Come cambia l’idea di carriera per la Generazione Z
Avere successo e fare carriera sono ancora obiettivi importanti per le nuove generazioni?
Com’è cambiata l’idea del “fare carriera” per le nuove generazioni, di cui anche tu fai parte? Fin da piccolo/a ti sarai trovato/a più volte a chiederti cosa farai da grande. Prova a pensare a tutte le risposte che ti sei dato/a negli anni, a tutti i lavori che avresti voluto fare e alla strada che hai intrapreso per provare a raggiungerli. Probabilmente, i tuoi obiettivi sono molto diversi da quelli che avevano i tuoi genitori alla tua età. Proviamo a capire perché.
La società della performance: cosa è cambiato negli anni
Il lavoro come lo intendono oggi i giovani non ha la stessa valenza delle passate generazioni. Lo conferma anche la storia. Dopo la fine delle guerre mondiali era considerato come un mezzo di sostentamento per ricostruire ciò che era stato distrutto dai conflitti. Molte persone si erano impoverite, e lavorare sodo era l’unica possibilità per costruire una vita migliore. Gli ultimi decenni del Novecento, caratterizzati da una forte crescita economica e dalla globalizzazione, hanno concesso alle persone di affermarsi come mai prima d’allora, grazie soprattutto alle nuove tecnologie.
Nasce da questi movimenti la società della performance. In cosa consiste? In breve, si tratta della convinzione che il duro lavoro e i sacrifici siano fondamentali per avere successo e fare carriera. Per le generazioni passate avere successo significava, semplicemente, affermarsi e mostrarsi talentuosi e in carriera. Per la Generazione Z, ossia i nati dopo il 1997, vale lo stesso?
Generazione Z e lavoro
Le generazioni dei tuoi nonni e dei tuoi genitori sono cresciute con l’ambizione di trovare un posto fisso e a lungo termine, con l’idea che fare carriera fosse la priorità. Oggi è ancora così per molti, ma qualcosa sta cambiando nella nuova generazione di lavoratori.
Infatti, spesso al primo posto nel sistema valoriale che indirizza le scelte lavorative dei giovani c’è la salvaguardia dell’equilibrio vita-lavoro, che si pone come priorità anche rispetto alla retribuzione. Oggi per le nuove generazioni il lavoro non è più un mezzo di sostentamento, bensì un mezzo di realizzazione e creazione di valore sociale.
Perché è avvenuto questo cambiamento? Perché la necessità di perseguire una carriera professionale tramite una fortissima dedizione al lavoro non è più la priorità? Il giornalista Riccardo Maggiolo scrive che “forse la risposta semplice è che le narrazioni del successo e della carriera non convincono più. I giovani d’oggi non vedono più il lavoro come una fatica necessaria e una dura scalata verso l’affermazione sociale ed economica, ma piuttosto come un viaggio alla ricerca di sé stessi”.
Una grande svolta è stata data sicuramente dalla pandemia che ha colpito il mondo intero nel marzo 2020. Quello che stiamo vivendo è un periodo di transizione, in cui molti giovani stanno rivalutando le proprie scelte e ragionando su cosa cambiare per essere più felici.
Salute psico-fisica VS carriera: 1-0
Soprattutto dopo la pandemia, il lavoro stesso è cambiato, diventando più agile, flessibile e “smart”. Inoltre, da fortemente gerarchizzato e improntato sulla performance, sta lasciando più spazio ad altri paradigmi, come il benessere psico-fisico.
I dati CENSIS lo confermano: dopo la pandemia il numero di dimissioni è cresciuto moltissimo, e l’82% dei lavoratori, soprattutto giovani, si ritiene insoddisfatto della propria posizione lavorativa, ritenendo di meritare di più.
Quali sono le cause più comuni di questa insoddisfazione della Generazione Z?
- Retribuzione inadeguata al ruolo e al valore della persona, soprattutto rispetto agli altri Paesi europei.
- Troppo stress sul luogo di lavoro.
- Richiesta di maggiori servizi di welfare aziendale per far fronte ai nuovi bisogni sociali.
- Mancata promozione della diversità, dell’equità e dell’inclusione.
- Instabilità occupazionale.
- Assente riconoscimento del valore personale e professionale del lavoratore
Anziché la sicurezza economica, ciò che interessa maggiormente ai giovani è la sicurezza psicologica, che vince di 1 a 0 rispetto alla carriera.
Per spiegare meglio questo cambiamento si parla di YOLO economy, ossia You Only Live Once, “Si vive una volta sola”. Un movimento che rifiuta il mito della carriera, abbassa le ambizioni professionali e predilige il benessere lavorativo e personale, rimanendo comunque produttivi e prestanti.
Trovare il proprio posto nel mondo del lavoro, stare bene e sentirsi realizzati: ecco, in sintesi, ciò che cercano maggiormente i giovani. E per te quali sono i valori importanti quando pensi a questa tematica? Raccontacelo nei commenti!
Fonti
https://www.ninja.it/great-resignation-italiani-che-lasciano-il-lavoro/
https://www.adecco.it/servizi-per-le-aziende/generazione-z-lavoro#
https://www.censis.it/lavoro/lavoro-la-great-resignation-italiana-è-rinviata