Dispersione scolastica dopo la pandemia
Gli effetti della pandemia e della DAD, la didattica a distanza, sull'abbandono scolastico.
Che il lungo periodo di insegnamento a distanza abbia lasciato degli strascichi non indifferenti nel sistema scolastico è cosa nota. Quello che stupisce però, e che preoccupa non solo a livello di gestione della dispersione ma soprattutto sul piano sociale, sono i dati e le percentuali emersi sull’abbandono scolastico.
Gli effetti della pandemia sulla chiusura delle scuole e sui giovani emergono dal lavoro dei magistrati che raccolgono le comunicazioni di abbandono o interruzione della frequenza scolastica. A partire da Cagliari e Napoli, le città più colpite, dove è stata richiesta la collaborazione delle istituzioni, dai Comuni ai servizi sociali, per cercare di tamponare la dispersione a fiume che si sta verificando.
Per parlare di dati tangibili, alla procura minorile di Cagliari in un solo mese sono arrivate 300 segnalazioni di abbandoni scolastici o di interruzione della frequenza scolastica sui 700 annuali che solitamente si verificano, mentre a Napoli, dove già l’evasione registra normalmente livelli molto importanti, gli abbandoni sono stati 900 rispetto ai 400 annuali del 2021 e gli 800 del 2019.
Insomma, possiamo senza dubbio affermare che la didattica a distanza ha aumentato il fenomeno della dispersione scolastica. E non succede solo al sud, ma anche al nord, come in Lombardia.
Molte sono le regioni che si stanno muovendo per capire l’entità di questo fenomeno, visto che gli ultimi dati registrati dal ministero dell’istruzione risalgono ormai al 2019 e che le segnalazioni raccolte non sono sufficienti per comprendere la reale grandezza del problema.
Ad oggi, una delle poche realtà ad avere il reale termometro sulla situazione pare essere Save The Children, che attraverso dei sondaggi è riuscita a scoprire che il 28% degli adolescenti dichiara che da inizio pandemia almeno un compagno ha smesso di frequentare le lezioni. Un dato allarmante che si estende fino alla scuola dell’infanzia.
Come abbiamo già descritto nel nostro articolo Covid e DAD, i dati sulla scuola dell’infanzia e sulla primaria sono ancora più preoccupanti perché la frequenza nei primi anni rappresenta la base per l’apprendimento delle nozioni ma anche a livello relazionale. L’abbandono scolastico dei bambini della scuola primaria è un fenomeno che non si vedeva da molti anni e che alcune regioni stanno tentando di tamponare con iniziative volte ad aiutare le famiglie in difficoltà con materiale didattico o dispositivi per permettere ai bambini di frequentare regolarmente le lezioni. Non frequentando la scuola infatti, vengono a mancare le relazioni orizzontali con i propri pari e quelle verticali con gli insegnanti, è in bilico lo sviluppo della socialità e la conoscenza delle regole sociali.
In alcuni paesi, come la Francia, la scuola dell’infanzia è una tappa obbligatoria del percorso di formazione. Da qui la proposta di realizzarlo anche nel nostro paese, in modo da ridurre la dispersione e sostenere fin da subito lo sviluppo emotivo e l’educazione dei bambini.
Al Centro Studi Manzoni siamo convinti che un ambiente scolastico sereno e accogliente sia fondamentale per ritrovare equilibrio e tranquillità dopo gli stravolgimenti degli ultimi due anni. Per questo al Centro Studi Manzoni studentesse e studenti troveranno il supporto necessario per superare le difficoltà, non solo a livello didattico ma anche psicologico.
Fonti
ilfattoquotidiano.it/abbandono-scolastico-impennata-di-segnalazioni-alle-procure-minorili-dopo-un-anno-di-covid-con-la-dad-i-ragazzi-piu-fragili-non-ce-la-fanno/
orizzontescuola.it/dispersione-scolastica-il-covid-ha-alzato-i-numeri-rischia-un-alunno-su-quattro-anief-piu-tempo-scuola-facciamo-come-in-francia/
avvenire.it/attualita/pagine/scuola-dispersione-covid-poverta