Le lauree più richieste sul mercato del lavoro
Le lauree più redditizie e con sbocco professionale assicurato secondo Almalaurea.
Ogni anno Almalaurea pubblica sul proprio sito web un dettagliato rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
Più del 90% dei laureati italiani ha partecipato all’indagine 2022 (relativa all’anno 2021) da cui sono emersi dati interessanti sulle lauree più richieste sul mondo del lavoro.
Tasso di occupazione
La XXIV Indagine AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei Laureati ha coinvolto 660 mila laureati di primo e secondo livello e ci mostra come ad un anno dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione è pari al 74,5% tra i laureati di primo livello e al 74,6% tra i laureati di secondo livello del 2020; tra i laureati magistrali biennali il tasso di occupazione sale al 76,5%, mentre per i magistrali a ciclo unico si attesta al 70,3%.
A tre anni dalla laurea la percentuale raggiunge l’88,3% per i laureati di primo livello e l’85,6% per i laureati di secondo livello, suddiviso in 88,2% per i laureati magistrali biennali e 80,3% per i magistrali a ciclo unico.
A cinque anni dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione è pari all’89,6% per i laureati di primo livello e all’88,5% per quelli di secondo livello. Tra i magistrali biennali si attesta intorno all’89,1%, di poco superiore all’86,9% dei magistrali a ciclo unico.
Gruppi disciplinari
Non tutti i gruppi disciplinari garantiscono però lo stesso risultato in termini di condizioni occupazionali: differenze significative derivano infatti dal percorso di studio che si è scelto di intraprendere. È dunque corretto affermare che nel mercato del lavoro alcune lauree sono più richieste rispetto ad altre? Certamente sì. Quali? Vediamolo assieme.
Le lauree più richieste sul mercato del lavoro
Dall’indagine Almalaurea emerge che i più favoriti sono i laureati del gruppo informatica e tecnologie ICT, così come quelli dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico nonché ingegneria industriale e dell’informazione; a questi, inoltre, si aggiungono i gruppi architettura e ingegneria civile, educazione e formazione nonché scientifico. Meno favoriti, invece, sono i laureati dei gruppi disciplinari psicologico, giuridico, così come arte e design.
A cinque anni dal conseguimento della laurea di primo livello, più del 90% di esperti in materie scientifiche, medici, professionisti sanitari e ingegneri risultano essere occupati. Anche le lauree ad indirizzo economico-statistico, giuridico, educazione fisica e dell’ambito linguistico hanno buone prospettive occupazionali: a cinque anni dal conseguimento del titolo si registra un tasso di occupazione superiore all’85%.
Naturalmente, le lauree di secondo livello mostrano maggiori opportunità di occupazione a un anno dal titolo: rispetto ai laureati di primo livello, quelli di secondo livello (che includono sia i laureati magistrali biennali sia i magistrali a ciclo unico) risultano avere il 27,4% in più di probabilità di essere occupati.
A prescindere dal percorso di studi intrapreso, è importante sottolineare che, al giorno d’oggi, i datori di lavoro tendono a prediligere i profili di laureati che abbiano maturato esperienze lavorative, tirocini e/o stage in concomitanza agli studi. Ad esempio, chi ha svolto un tirocinio curriculare ha il +7,6% di probabilità in più di essere occupato a un anno dalla laurea.
Altrettanto utile è aver svolto un periodo di studio all’estero (+15,4% di probabilità di essere occupato rispetto a chi non ha svolto esperienze all’estero) e avere buone competenze informatiche (+27,4% di probabilità in più di essere occupato se si conoscono almeno cinque strumenti informatici). Tirocini, esperienze all’estero e padronanza degli strumenti informatici sono senza dubbio requisiti utili, se non indispensabili, per ottenere un buon posto di lavoro.
Smart working e tipologie di contratti
L’emergere improvviso della pandemia da Covid-19 ha reso inevitabile, dove possibile, il ricorso allo smart working, una modalità organizzativa che ha consentito a numerose imprese quella continuità lavorativa altrimenti impensabile, in particolare nella fase di lockdown.
Lo smart working rimarrà o sarà introdotto nell’89% delle grandi aziende e nel 62% delle pubbliche amministrazioni; tale quota scende al 35% tra le piccole e medie imprese, caratterizzate da una forte tendenza a tornare alla modalità di lavoro in presenza.
Per quanto riguarda i contratti invece, la forma di lavoro prevalente tra i laureati occupati a un anno dal titolo si conferma, anche per il 2021, il contratto non standard (in particolare alle dipendenze a tempo determinato), che riguarda il 41,4% dei laureati di primo livello e il 38,5% di quelli di secondo livello, con qualche differenza tra tipi di corso: 36,8% per i magistrali biennali e 44,4% per i magistrali a ciclo unico.
Chi guadagna di più?
Stando al rapporto Almalaurea, le lauree con le migliori prospettive di guadagno sono quelle conseguite in ambito medico, scientifico o ingegneristico.
Il quadro rimane dunque sempre lo stesso. Con una laurea di primo livello e a cinque anni dal conseguimento della stessa, i laureati in materie scientifiche e in ingegneria contano su di una retribuzione mensile netta superiore ai 1.500 Euro.
A parità di condizioni, gli uomini percepiscono in media, ad un anno dalla laurea, 193 euro netti in più al mese pari al 17,6 % in più, ma hanno anche più possibilità di essere occupati rispetto alle donne (il 12,8% in più). Si confermano, dunque, significative le consuete differenze di genere nella capacità di assorbimento nel mercato del lavoro, a cui si associano anche diversi tempi di inserimento, che vedono, ancora una volta, gli uomini avvantaggiati rispetto alle donne.
Differenziali retributivi si rilevano anche in termini territoriali: rispetto a chi è occupato al Sud, chi lavora al Nord percepisce, in media, 102€ mensili netti in più (+21,7%), mentre chi lavora al Centro 51€ euro in più. Ma è soprattutto tra i laureati che lavorano all’estero che il vantaggio retributivo si accentua sensibilmente (si tratta di oltre 500€ netti mensili in più rispetto a chi lavora nel mezzogiorno).
A cinque anni dalla laurea magistrale biennale sono sempre i laureati in ingegneria quelli a guadagnare di più, seguiti dai laureati in ambito scientifico e da quelli dell’ambito economico-statistico, chimico-farmaceutico e medico-sanitario.
Conoscere le tendenze del mercato del lavoro è importante per effettuare una scelta oculata del percorso di studi universitari: un momento di cruciale importanza nella vita di uno studente perché determinante per il suo futuro. Per questo ogni giovane diplomato dovrebbe tenere in considerazione le prospettive occupazionali del corso di laurea prescelto, in modo da rendere l'entrata nel mondo del lavoro più agevole e immediata.
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Fonti