Errori grammaticali che ti traggono in inganno…si dice è piovuto o ha piovuto? Ciliegie o ciliege?
Indaghiamo nei più comuni errori grammaticali
La lingua italiana è una delle lingue più belle in assoluto con la sua ricchezza espressiva e le sue innumerevoli regole grammaticali. Tuttavia, anche chi nasce madrelingua può incorrere in errori grammaticali banali.
Se anche tu alcune volte - preso dalla fretta di scrivere o rispondere ad un'email - ti domandi se: qual è sia o meno con l'apostrofo allora sei nell’articolo giusto.
Prima di iniziare, ricordiamoci però che gli errori grammaticali fanno parte dell'apprendimento e dell'uso di una lingua scritta e parlata. La conoscenza delle regole grammaticali, accompagnata dal parlato è fondamentale per migliorare le proprie competenze linguistiche ed evitare di commettere figuracce.
Vediamo alcuni degli errori grammaticali più comuni nello scritto e nel parlato di tutti i giorni:
1. L'uso errato degli articoli
Uno degli errori più frequenti riguarda l'uso degli articoli determinativi e indeterminativi. Molti parlanti tendono a confondere "un" e "uno" o "una" e "un’". Ad esempio, si sente spesso "un amica" invece di "un'amica", il che è sbagliato poiché "amica" è femminile. È fondamentale ricordare che "un" si usa con nomi maschili che iniziano per consonante (o vocale non accentata), mentre "uno" si usa con nomi maschili che iniziano per "s" impura, "z", "ps", "gn", ecc.
2. Utilizzare il tempo presente al posto del futuro
Succede molto spesso che si ricorra al presente indicativo per indicare un’azione che si compirà nel futuro come nella frase: “Fra qualche giorno parto per il mare” (che sostituisce la frase più idonea “Fra qualche giorno partirò per il mare”).
3. Le preposizioni sbagliate
Le preposizioni possono creare molta confusione soprattutto per chi è madrelingua italiana. Un errore comune è l'uso di "a" e "in". Per esempio, si sente spesso dire "andare a Firenze" (corretto) ma anche "andare a casa" (corretto), ma si sbaglia a dire "andare in casa" quando si intende entrare in una abitazione. In realtà, si usa "in" per luoghi chiusi e "a" per luoghi specifici, lo sapevate?
4. È piovuto o ha piovuto?
Entrambe le forme sono corrette, non temete! Almeno se per piovere si intende la caduta della pioggia dal cielo, in forma impersonale.
Nel caso in cui invece si parli di "qualcosa che piove" si deve utilizzare il verbo essere. In questo caso si dirà invece che sono piovute critiche e non “hanno piovuto critiche”.
5. Piuttosto che…
"Piuttosto che" è un avverbio e serve a indicare una cosa che si preferisce rispetto a un'altra. “Amo andare in montagna piuttosto che al mare” è una frase corretta. Spesso si sbaglia equiparando il “piuttosto che” a una “e” o a un “oppure” dove andrebbe utilizzato “anziché”, “invece di” ecc.
6. Gli o le?
Quante volte si sente dire: “Chiama Maria e digli di venire”. In questo caso il complemento di termine di questa frase (Maria) è una femmina, quindi non va usato gli, bensì le.
La regola, dunque, vuole che quando il complemento di termine sia maschile, si usi -gli; se invece è femminile allora si usa le.
7. Ciliegie o ciliege?
La regola afferma che se la lettera che precede le sillabe finali -cia o -gia è una vocale al plurale mantiene la vocale nella sillaba finale: esempio, cili-E-gia diventa cilie-GIE; cam-I-cia diventa cami-CIE.
Se, invece, la sillaba è preceduta da una consonante, al plurale non mantiene la vocale nella sillaba finale: esempio, spia-G-gia diventa spia-GGE e ro-C-cia diviene ro-CCE, questa regola la sapevate?
8. Pronuncia e ortografia
La pronuncia errata di alcune parole può portare a errori ortografici. È importante ricordare che l'accento serve a indicare la corretta pronuncia e, in alcuni casi, a distinguere tra significati diversi parole omonime ad esempio: nocciolo - nocciòlo; leggere - leggère ecc.
9. L’uso del congiuntivo
Il congiuntivo è il vero tallone d’Achille di moltissimi studenti e non solo. Quante volte ci capita di sentire frasi di questo tipo: “L’importante è che hai superato l’esame”, seppur molto usata questa è una forma grammaticale scorretta perché in questo caso bisogna usare il congiuntivo: “L’importante è che tu abbia superato l’esame”.
10. La punteggiatura
La punteggiatura, nella grammatica italiana, ha fondamentalmente tre funzioni:
- creare le pause nel discorso;
- segnalare rapporti di coordinazione e di subordinazione sintattica
- suggerire il tono del discorso
Un consiglio molto utile per scrivere utilizzando una corretta punteggiatura è leggere ad alta voce il testo senza dimenticare che ogni segno ha una funzione ben specifica.